Formatosi all’arte molto giovane dimostrò subito, pur essendo autodidatta, una notevole capacità di approfondimento senza mai cadere in una visione artistica provinciale,prestando anzi una particolare attenzione ai movimenti pittorico-culturali europei. Egli può essere considerato chiavarese a tutti gli effetti, essendo giunto a Chiavari giovanissimo e quivi formatosi come artista e come uomo di cultura. S’interessò tra l’altro della valorizzazione di Chiavari come centro artistico, seguendo con tenacia la realizzazione della Quadreria di Palazzo Torriglia. La sua prima formazione ufficiale va ricercata nel movimento del secondo Futurismo (Fillia, Farfa); esemplificativo di ciò è il dipinto “Tabarin” del 1920. Più tardi si avvicina al movimento del Novecento Italiano, formatosi a Milano nel 1925 ad opera della Sarfatti e con Alberto Salietti come validissimo segretario. In particolare il Rambaldi soffermerà la sua attenzione sull’aspetto del così detto “realismo magico”, del quale Ubaldo Oppi è il massimo esponente. Il Rambaldi degli anni ’20 non sarà neppure immune da attrazione verso la metafisica di De Chirico e Carrà, rimanendo però un pittore originale con le sue atmosfere che richiamano l’aria di Liguria (vedere il dipinto “Vecchie case sugli scogli” del 1927). Nel 1925 Rambaldi costituirà, unitamente ad Attilio Podestà, Pescini, Falcone e Pierazzi, il “Gruppo d’azione d’arte” a Chiavari, primo movimento artistico moderno in Liguria. Nello stesso periodo operò, anche, il gruppo futurista “Sintesi”. Verso il 1935, dopo aver eseguito alcune composizioni cubiste, Rambaldi si dedicherà in particolar modo al paesaggio, vedute liguri e parigine ed alla natura morta. Il tratto sempre nitido, ma con le forme meno geometriche, fino a giungere alla pittura degli anni ’50, segnati dall’esperienza francese (e parigina in particolare), con una pittura che risentirà in maniera più marcata delle tendenze post-impressioniste, manifestando in seguito un colorismo assai pronunciato ed una pittura quasi materica. Chiari i richiami ai pittori francesi Matisse, Bonnard e Renoir. Rambaldi ottenne, anche, notevoli risultati con la sua attività di disegnatore e acquafortista. Molto intensa la sua attività espositiva. Dal 1928 al
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Thursday, 10 April 2014
Emanuele Rambaldi 1903-1968
Formatosi all’arte molto giovane dimostrò subito, pur essendo autodidatta, una notevole capacità di approfondimento senza mai cadere in una visione artistica provinciale,prestando anzi una particolare attenzione ai movimenti pittorico-culturali europei. Egli può essere considerato chiavarese a tutti gli effetti, essendo giunto a Chiavari giovanissimo e quivi formatosi come artista e come uomo di cultura. S’interessò tra l’altro della valorizzazione di Chiavari come centro artistico, seguendo con tenacia la realizzazione della Quadreria di Palazzo Torriglia. La sua prima formazione ufficiale va ricercata nel movimento del secondo Futurismo (Fillia, Farfa); esemplificativo di ciò è il dipinto “Tabarin” del 1920. Più tardi si avvicina al movimento del Novecento Italiano, formatosi a Milano nel 1925 ad opera della Sarfatti e con Alberto Salietti come validissimo segretario. In particolare il Rambaldi soffermerà la sua attenzione sull’aspetto del così detto “realismo magico”, del quale Ubaldo Oppi è il massimo esponente. Il Rambaldi degli anni ’20 non sarà neppure immune da attrazione verso la metafisica di De Chirico e Carrà, rimanendo però un pittore originale con le sue atmosfere che richiamano l’aria di Liguria (vedere il dipinto “Vecchie case sugli scogli” del 1927). Nel 1925 Rambaldi costituirà, unitamente ad Attilio Podestà, Pescini, Falcone e Pierazzi, il “Gruppo d’azione d’arte” a Chiavari, primo movimento artistico moderno in Liguria. Nello stesso periodo operò, anche, il gruppo futurista “Sintesi”. Verso il 1935, dopo aver eseguito alcune composizioni cubiste, Rambaldi si dedicherà in particolar modo al paesaggio, vedute liguri e parigine ed alla natura morta. Il tratto sempre nitido, ma con le forme meno geometriche, fino a giungere alla pittura degli anni ’50, segnati dall’esperienza francese (e parigina in particolare), con una pittura che risentirà in maniera più marcata delle tendenze post-impressioniste, manifestando in seguito un colorismo assai pronunciato ed una pittura quasi materica. Chiari i richiami ai pittori francesi Matisse, Bonnard e Renoir. Rambaldi ottenne, anche, notevoli risultati con la sua attività di disegnatore e acquafortista. Molto intensa la sua attività espositiva. Dal 1928 al
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